lunedì 21 maggio 2018

Urbino: il riposo eterno del conte francescano





Era più di un mese che nella chiesa di San Donato vicina al Mausoleo di San Bernardino, vi erano dei lavori in corso con tanto di transennamento. Ma tutto ciò non aveva incuriosito gli urbinati, rimasti ignari per lungo tempo, di una storia talmente importante, che potrà rivoluzionare non solo la corte urbinate rinascimentale, ma anche le ricostruzioni storiografiche su due personaggi altrettanto importanti per la civiltà urbinate: il Conte Guidantonio e Oddantonio, quest’ultimo personaggio della famosa Flagellazione di Piero della Francesca, presente nel palazzo Ducale di Urbino. 

Infatti sono state ritrovate le due tombe, la prima del padre del Duca Federico da Montefeltro, la seconda di Oddantonio, il ramo colto e raffinato dei Montefeltro. Ma ricostruiamo con ordine queste scoperte eccezionali, che nessun libro di storia e archeologia rinascimentale riportano. 

Il 7 aprile 2000 ha avuto luogo l’esplorazione del sepolcro di Federico II da Montefeltro, del figlio Guidobaldo, della nuora Elisabetta Gonzaga e del figlio Federico nella chiesa di San Bernardino presso l’omonimo colle. Il 2016 sarà ricordato dagli storici e archeologi, come l’anno in cui si sono ritrovate le tombe del padre del Duca Federico e Oddantonio. La chiesa di San Bernardino e l’attiguo convento francescano sorgono sul colle S.Donato. Ed è nella chiesetta di San Donato, ancora esistente, che la Divisione di Paleopatologia dell’Università di Pisa, che si sono recentemente trovate le due tombe. 

La chiesa di S.Donato aveva già nel XII secolo il titolo di Pieve e dopo l’avvento nel 1425 dei Padri Minori Osservanti, aveva dovuto dividere con essi la propria sede. La sepoltura del conte Guidantonio costituisce l’antecedente per il luogo in cui sarebbe sorto il mausoleo, vale a dire la più famosa chiesa del complesso di San Bernardino, che fu eretta per volontà testamentaria dello stesso Federico e ultimata nel 1491. Fino al quel momento accanto alla chiesa di San Bernardino veniva citata anche la chiesa di S.Donato.

Dal 1496, i documenti citano solo la chiesa di san Bernardino. Per il professor Antonio Fornaciari che conduce i lavori di restauro e recupero della chiesa di San Donato, la struttura antenata al Mausoleo di San Bernardino era architettonicamente più complessa e che gli studi e i rinvenimenti delle due tombe e dell’affresco quattrocentesco all’interno della chiesa di San Donato, avvalorino le ipotesi già fatte dagli storici e in particolare dall’erudita mons.Ligi, che i corpi di Guidantonio e Oddantonio si trovassero a Urbino e non in altri siti religiosi come la cattedrale di Cagli. 

Dunque il mistero della Flagellazione di Piero della Francesca, sta avendo un risvolto iconografico che potrebbe aiutare a svelare l’enigma prospettico e figurativo della celebre tavola urbinate.

Il mausoleo di San Bernardino fu realizzato da Francesco di Giorgio Martini con una struttura architettonica a tre absidi e quattro colonne agli angoli della crociera. Una struttura dunque che si rifà alle tipologie delle tombe romane monumentali. Ma allora perché a tanta magnificenza si è voluto contrapporre una struttura semplice con due tombe, la prima del conte Guidantonio con tanto di scritte e aspetti figurativi ben visibili e la seconda di Oddantonio,ormai consunta dal tempo? 

E’ difficile rispondere a questo interrogativo e ci può venire in aiuto ancora il canonico Bramante Ligi che nel suo studio dal titolo UOMINI ILLUSTRI E BENEMERITI DI URBINO, già si leggeva che presso “l’antica chiesa di S.Donato contiene la tomba del Conte Guidantonio Feltrio, morto il 21 febbraio 1443. Sulla pietra tombale è riprodotto, in bassorilievo, vestito dell’abito francescano, con la spada e l’insegna cavalleresca. Sotto la figura del Conte si legge un’iscrizione latina in semigotico che ricorda con lode il principe. La Contessa, moglie del Duca, Caterina Colonna, nepote di Martino V, dorme con lui il sonno eterno’’.

Un intreccio amoroso, un figlio addirittura bastardo, il grande duce, Duca di Montefeltro, conteso per calunnia anche dalla famiglia degli Ubaldini. Ecco perché non solo i Montefeltro e i Malatesta, ma anche gli Ubaldini provenienti dal Mugello dal VII al 1373, si contesero una parte di patrimonio, quello culturale del fratello del Duca Federico, quell’Ottaviano Ubaldini della Carda, che passò anche attraverso la rocca di Sassocorvaro.

Ma in questo mese di lavoro, di rifacitura del pavimento della chiesa di S.Donato, che cosa è venuto fuori oltre alle due tombe? “Vi è un affresco ben visibile, databile inizio del 1400, ha sottolineato Antonio Fornaciari, che già ci fa entrare nel culto umbro-tosco-marchgiano, con la raffigurazione di una crocifissione situata in un colle,alberi e un san Francesco pregante, che pensiamo anche con il riscontro di studiosi d’arte della nostra equipe, possano essere addirittura pre giottesca, con quell’influsso che Masolino lasciò sul genio del Trecento e una nicchia, in una struttura architettonica armoniosa, più rovinata dal tempo, con una corpo di donna ancora ben delineato con le sue vesti azzurre intense e rossa e figure delineate nei contorni. 

Insomma la cultura urbinate rimane un enigma come la Flagellazione di Piero. Un accenno nella nicchia dell’esperienza prospettica che già Piero, ancor prima Masaccio e Leon Battista Alberti, stavano sperimentando per comprendere il movimento, l’architettura , il paesaggio l’uso magistrale della luce.’’

Paolo Montanari, 23 maggio 2016,  http://www.smtvsanmarino.sm