giovedì 4 luglio 2013

Favete di Apiro






La chiesina di S.Francesco si trova al vertice di una collina nella frazione di Favete.

Nel 1209, durante il suo peregrinare, S. Francesco entrò nella Marca e si diresse verso Apiro; qui visitò il monastero benedettino di S. Urbano dell’Esinante, dove i monaci gli assegnarono una zona dipendente dal castello di Favete, per costruirvi un convento.

Nel secolo XIV i frati abbandonarono il convento; vi tornarono nel 1477, per lasciarlo definitivamente nel 1652 e trasferirsi in quello di S. Francesco ad Apiro.

Nella zona si trova anche il suggestivo “Grottone”, ora quasi totalmente distrutto dalle intemperie, dove il Santo si ritirava in preghiera.




Testimonianze del Santo all’interno della chiesa:

- Una tavola di cipresso in cui si parla di S. Francesco e dei miracoli da lui compiuti.

- Un’acquasantiera in cui sarebbe ancora visibile l’impronta della sua mano.

- Un dipinto raffigurante la Madonna in trono che allatta il Bambino con ai lati S. Francesco e S. Antonio da Padova (1480).

 

mercoledì 3 luglio 2013

La più antica immagine nella Vallesina

Pietro da Rimini, San Francesco, 1333 (già nella Chiesa di San Nicolò a Jesi)



Le recensioni



Voce della Vallesina, 9 giugno 2013




L'articolo del Prof. Vittorio Massaccesi per Voce della Vallesina (23 giugno 2013)

Jesi e la sua Valle, 29 giugno 2013



Voce della Vallesina, 7 luglio 2013

lunedì 1 luglio 2013

Il reportage del centenario

Jesi 13 giugno 2013,  Monastero della SS. Annunziata: presentazione dei volumi "Per sempre di fronte agli occhi" e " Nel cielo aperto del chiostro"






Tieni sempre davanti agli occhi il punto di partenza.
I risultati raggiunti, conservali.
Ciò che fai, fallo bene.
Non arrestarti; ma anzi, con corsa veloce e passo leggero, con piede sicuro avanza confidente e lieta nella via della beatitudine che ti sei assicurata”.

L’esortazione di Chiara d’Assisi - rivolta ad Agnese di Boemia ma, indirettamente, anche a tutte le Sorelle Povere di ogni tempo e luogo – ha costituito il filo conduttore della festa dedicata, giovedì 13 giugno,  alla ricorrenza del centesimo anniversario dell’insediamento del Monastero della SS. Annunziata sul colle di San Marco.

L’incontro si è svolto nella cappella del Monastero, incapace di contenere le tantissime persone accorse per salutare la comunità delle Clarisse in occasione del compleanno.
Numerose le autorità civili (il Sindaco di Jesi Massimo Bacci, il Presidente del Consiglio Comunale Daniele Massaccesi, l’Assessore alla Cultura Luca Butini) che hanno voluto attestare la riconoscenza della cittadinanza per una realtà religiosa distintasi anche in campo sociale nelle opere caritative verso i poveri e in campo pedagogico nell’attività educativa per le giovani generazioni.

Nel corso della celebrazione eucaristica Il Vescovo Gerardo Rocconi ha rinnovato l’esortazione di Chiara, ringraziando le Clarisse per la loro quotidiana testimonianza di fedeltà nell’osservanza del Vangelo vivendo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità.

La Madre Badessa Suor Anna Maria Genco, in sintonia con l’invito clariano, ha confermato l’impegno della comunità delle Sorelle Povere a guardare alle proprie origini e a perseguire il carisma nella sua forma autentica: “Noi non smetteremo mai di cercare e alla fine della nostra ricerca arriveremo là dove siamo partiti e conosceremo quel luogo per la prima volta”.

Mauro Torelli, autore del libro “Per sempre di fronte agli occhi” (parafrasi dell’esortazione di Chiara), ha ripercorso la storia plurisecolare della presenza delle Sorelle Povere a Jesi, iniziata nella prima metà del XIII secolo nel protomonastero di San Procolo (situato nelle vicinanze dell’Abbazia di Santa Maria del Piano) e proseguita nel Cinquecento a via Valle con la fondazione del convento di Santa Chiara, destinato a trasferirsi nel Seicento nell’imponente edificio, oggi conosciuto con il nome di Appannaggio.

In particolare, Torelli ha ricordato le origini del secondo monastero di clarisse, quello della SS. Annunziata, istituito dal Vescovo Alderano Cybo “per le giovanette di famiglie nobili decadute”.
Il 4 ottobre 1664,  17 giovani ed una vedova fecero ingresso nella clausura situata nell’edificio adiacente la Chiesa di San Giovanni Battista, conosciuto ai nostri tempi come sede dell’Istituto Cuppari e, negli ultimi anni, dell’Università di Jesi. 

Nell’Ottocento, le dolorose vicende delle due soppressioni (prima napoleonica e poi neo-unitaria), determinarono ripetuti trasferimenti del Monastero della SS. Annunziata in diversi luoghi della città, fino ad arrivare, nel 1913, alla sistemazione attuale sulla bella collinetta di San Marco, secondo la definizione dell’allora Badessa Suor Chiara Maria Damiani.

Per provvidenziale destino, a conclusione di un periodo travagliato, le Clarisse edificarono la loro nuova casa in un luogo dallo straordinario valore simbolico: proprio su quella collinetta, secondo un’antica tradizione, il Poverello di Assisi aveva lasciato l’orma dei suoi piedi nel 1215, allorquando aveva ricevuto in dono dai benedettini il romitorio destinato a diventare la monumentale San Marco, chiesa-madre dei francescani della Vallesina.

Al termine dell’incontro è stato presentato anche il libro fotografico (“Nel cielo aperto del chiostro”) realizzato ad opera del Maestro Valerio Lancioni con il raffinato contributo grafico di Gianluca Garbuglia, curatore anche del volume storico.

Il percorso celebrativo, intervallato da vari appuntamenti, avrà il suo culmine nella festa di San Francesco del 4 ottobre 2014, in concomitanza con il 350° anniversario della fondazione del Monastero.