venerdì 26 giugno 2020

Habitello stretto et capuccio aguzzo







"L’indomito anelito alla radicalità – di chiara matrice spirituale – emerse con rinnovato vigore proprio dal grembo dell’Osservanza marchigiana.
Nell’anno giubilare 1525 un frate decide di fuggire dal convento di Montefalcone Appennino e di dirigersi a Roma. Veste un “habitello stretto et capuccio aguzzo”, cammina scalzo e porta una croce. Ė fra Matteo da Bascio (l’odierna Pennabilli), e lascia il convento per vivere con rigore la Regola di Francesco d’Assisi.
A Roma ottiene da papa Clemente VII il permesso verbale, ma il Provinciale dell’Osservanza Giovanni da Fano, nel corso di un drammatico Capitolo celebrato proprio a Jesi, punisce l’atto di disobbedienza, facendo imprigionare il frate ribelle a Forano.
Grazie all’intervento della duchessa di Camerino Caterina Cybo - che aveva conosciuto Matteo e i suoi primi compagni - il Papa riconobbe ufficialmente la riforma cappuccina (1528).
L’anno successivo, ad Albacina, presso l’eremo dell’Acquarella,  oltre 500 frati di riunirono per il primo Capitolo Generale dei cappuccini."


Mauro Torelli, "800 anni, ma non li dimostra"