Autore: Pietro Paolo Agabiti (Sassoferrato 1470 circa - Cupramontana 1540)
Titolo: San Francesco fra Sant’Antonio da Padova e San Bernardino da Siena
Datazione: anno 1530
Localizzazione: JESI - Pinacoteca Civica
Dati tecnici: olio su tela, cm. 155 x 150
Descrizione:
- Proviene
dalla chiesa di San Francesco al Monte. L’iconografia e il supporto su
tela fanno ipotizzare che il dipinto fosse uno stendardo processionale,
un genere di immagine dal valore votivo utilizzate durante le
processioni per ottenere particolari grazie. A questo uso può
corrispondere il carattere didascalico e didattico dell’immagine,
chiara, schematica e con la presenza delle scritte “a fumetto” che
disegnano un dialogo fra i personaggi. Su uno sfondo di paesaggio che
appare attraverso una tenda rossa aperta, compare al centro, frontale e
con le braccia alzate per esibire le stimmate, San Francesco fra due
santi francescani inginocchiati: a sinistra Antonio da Padova –
riconoscibile per il vasetto con il giglio – e a destra Bernardino da
Siena, con l’astuccio degli occhiali alla cintura e la tavoletta con il
monogramma di Cristo posata a terra. Antonio mette le dita sulla piaga
del costato e si porta l’altra mano al petto, esclamando “QUE SUNT PLAGE
ISTE PATER BEATISSIME IN CORPORE TUO SANCTISSIMO (“Cosa sono o padre
beatissimo, queste piaghe nel tuo santissimo corpo?”) mentre Francesco
rivolge a San Bernardino le seguenti parole: “HIS PLAGIS PLACATUS SUM IN
DOMO DEI MEI” (“Grazie a queste piaghe sono stato riconciliato nella
casa del mio Dio”). Il sipario, le scritte, la teatralità dei gesti
rimandano anche a un contesto teatrale, consentendo di ipotizzare che
l’immagine sia legata alla predicazione, particolarmente sviluppata
proprio dai francescani osservanti a cui apparteneva la chiesa di San
Francesco al Monte secondo modalità fortemente drammatiche e
coinvolgenti. (fonte: www.musei.marche.it )
Pietro Paolo Agabiti nacque a Sassoferrato, nel 1465 o nel 1470. Seguace di Cima da Conegliano e influenzato da Alvise Vivarini, finì la sua prima opera a noi nota nel 1497, la Madonna in trono ora esposta nei Musei Civici di Padova. In un documento del Comune di Serra de' Conti, Agabiti è menzionato in un fatto violento, e forse proprio per sottrarsi alla legge Agabiti lasciò Sassoferrato scegliendo volontariamente l'esilio. Forse si spostò in Romagna e poi nel Veneto, comunque nel 1496 era a Jesi e nel 1510 di nuovo nella sua città natale, dove dipinse un anno dopo la Crocifissione e nel 1524 Il San Benedetto.
Nel 1531 si ritirò a Cupramontana in un convento francescano, dove morì nel 1540 circa.
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