sabato 29 giugno 2019

Note sacre a San Giacomo della Romita

28 giugno 2019, concerto della Società Filarmonica Gaspare Spontini


Il convento di San Giacomo della Romita era un priorato monastico camaldolese ed è anteriore al secolo XIII. L’annessa chiesa è quindi anteriore al secolo XII. Romita indica tutto il territorio che ha come asse la strada che porta al convento stesso. 

Nel 1426 il priore don Venanzo accolse nel convento San Giacomo della Marca. I Francescani presero possesso del monastero nel 1452; la chiesa era in pessime condizioni e così, all’inizio del XVI secolo, i Francescani la ricostruirono decorandola anche con un bellissimo quadro in terracotta, opera di Pierpaolo Agabiti, rappresentante la Madonna, San Giuseppe e San Giacomo della Marca. 

Negli anni 1516/1517 trascorse nel convento il suo periodo di noviziato Ludovico Tenaglia da Fossombrone, iniziatore della riforma cappuccina

Nel 1539 morì nel convento il Beato Giovanni Righi da Fabriano, dopo avervi condotto un’austera vita di solitudine, di preghiera e di penitenza. Il corpo del Beato riposa ancora nella chiesa annessa al convento. 

Nel secolo XVIII i religiosi Osservanti cedettero il posto ai Riformati, che nel 1782 rinnovarono completamente la chiesa su disegno del frate camaldolese Padre Apollonio Tucchi, eremita del vicino Eremo delle Grotte. I lavori durarono dal 1782 al 1786. Con il decreto napoleonico di soppressione degli ordini religiosi del 25 aprile 1810 i religiosi furono espulsi.

Il convento, con gli annessi orto e selva, fu acquistato da un tale Antonio Beutherin, francese domiciliato ad Ancona. I religiosi tornarono nel convento nel 1817, ma solo nel 1828 si potè recuperare una parte dell’edificio con un tratto di terra per l’orto. L’eremo, insieme alla chiesa, venne chiuso per decreto del 7 luglio 1866, e i monaci furono nuovamente cacciati a forza. Quando vi tornarono non trovarono molti dei loro beni, compresa la ricca biblioteca. Fortunatamente l’esilio durò un tempo limitato: convento e chiesa furono riaperti l’11 giugno 1874. Alcuni restauri eseguiti in quegli anni resero il convento come lo si vede oggi. Una targa posta sulla pavimentazione esterna sotto al nartece ricorda il rifacimento della stessa nel 1955, con il contributo della Cassa di Risparmio di Cupramontana. Il forte terremoto che colpì l’Umbria e le Marche nel 1997 arrecò notevoli danni sia alla chiesa sia al convento stesso; si resero pertanto necessari lavori di recupero e ripristino. Nel 2000 terminarono i lavori di restauro e ristrutturazione dell’intero complesso, in particolare della chiesa, anche internamente. Con l’occasione è stata rivista la situazione impiantistica all’interno dell’edificio di culto, con il rifacimento degli impianti elettrico e di illuminazione.




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