Una folta comunità - formata da studenti, insegnanti, dirigenti, personale amministrativo e ausiliario - è chiamata all’appello per l’inizio di un nuovo anno educativo.
Nel complesso macrosistema dell’istruzione, una componente di rilevanza prioritaria è rappresentata dall’edilizia scolastica. Le Amministrazioni pubbliche – in particolare, Comuni e Province – hanno il compito di mettere a disposizione contesti immobiliari, in grado di garantire adeguati livelli di funzionalità e sicurezza.
Proprio in questi anni, l’assetto dell’edilizia
scolastica è al centro di una profonda trasformazione, a motivo della
costruzione di nuovi plessi, ma anche per la realizzazione di interventi antisismici, antincendio e di efficientamento
energetico, in buona parte finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e
Resilienza.
Per limitarci alle scuole di spettanza comunale,
ricordiamo che ad aprile scorso ha riaperto i battenti la “Martiri della
Libertà” di via Asiago.
Proseguono i lavori per la costruzione della nuova
“Lorenzini” di via Schweitzer e per la ristrutturazione della “Borsellino”
e della “Negromanti”.
Imminente è l’apertura dei cantieri per la
realizzazione della mensa della “Garibaldi” di via S. Giuseppe e per la
ristrutturazione della “Giraffa” di piazzale S. Savino.
La scuola materna verrà temporaneamente dislocata
in locali situati all’interno del centro direzionale ZIPA di via
dell’Industria.
In programma i lavori alla ”Federico II” e
la realizzazione di un nuovo polo per l’infanzia in via del Verziere, nell’area
dell’ex CRT.
Entro l’anno, le Direzioni degli Istituti
Comprensivi San Francesco e Federico II, verranno trasferite in
altri locali.
Sarebbe davvero interessante ricostruire la
vicenda storica dell’edilizia scolastica cittadina, a partire dall’Unità
d’Italia. Si scoprirebbe, allora, che l’origine della narrazione ha una
insospettabile - sebbene forzosa - matrice francescana.
All’indomani della battaglia di Castelfidardo (18
settembre 1860) il Regio Commissario Generale
Straordinario delle Province delle Marche Lorenzo Valerio avviò una politica di
forte contrasto verso le Chiese locali.
In
particolare, con il Decreto n. 815 dell’11 gennaio 1861 ebbe iniziò una
capillare opera di soppressione e incameramento dei beni delle corporazioni
religiose.
Nella
Diocesi di Jesi i beni della Mensa Vescovile, del Capitolo, delle
Confraternite, delle Collegiate e delle Opere Pie vennero espropriati, per
essere assegnati ai Comuni o ad Enti di beneficenza laici di nuova istituzione
oppure per essere venduti.
La chiesa di San Floriano, retta dai frati conventuali, fu sconsacrata.
Nel
1869 i locali dell’ex convento divennero sede di istituti scolastici. Tale
situazione è proseguita ininterrottamente sino ai nostri giorni.
Stessa
sorte toccò, nel 1881, al Monastero della SS. Annunziata.
Dopo
un’aspra vertenza giudiziaria, le Clarisse furono costrette ad abbandonare
l’immobile al Regio Istituto Tecnico Pietro Cuppari. Quegli stessi ambienti,
sono oggi sede provvisoria della Borsellino.
D’altra
parte, anche l’attuale collocazione del Liceo Classico “Vittorio Emanuele II” è
all’interno di spazi un tempo sede del Monastero di Santa Chiara.
La
costruzione di scuole pubbliche di nuova concezione, risale, per lo più, ai
decenni successivi al secondo dopoguerra.
Uno
straordinario fervore si registrò negli anni ‘70, con la realizzazione di una
serie di plessi destinati a rispondere alle esigenze dettate dall’espansione
urbanistica.
Cinquanta
anni fa, il 5 ottobre del 1973, il Ministro della Pubblica Istruzione Franco
Maria Malfatti - accolto dal Sindaco Vittorio Massaccesi - tagliava il nastro
di due nuove scuole: l’elementare “Federico Conti” e la media “Federico
II”, proprio oggi sottoposta a restyling.
Pur
tra molteplici difficoltà di ordine finanziario e logistico, il processo di
ammodernamento del patrimonio edilizio scolastico continua senza sosta: le
caratteristiche geologiche del nostro territorio non consentono di abbassare la
guardia.
Mauro
Torelli
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