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Voce della Vallesina, 5 aprile 2020 |
Molti, in questi giorni,
hanno giustamente reso omaggio ad Augusto Abbatelli, ricordandone il ministero
di diacono e l’impegno profuso per 15 anni nella gestione dell’economato
diocesano.
Vorrei, da parte mia,
accendere una piccola luce sulla sua attività di Amministratore comunale, a
servizio dell’amatissima Cupramontana, nel periodo a cavallo tra gli anni ’80 e
’90.
Ho conosciuto Abbatelli
nel 1989, all’epoca in cui, in rappresentanza della Democrazia Cristiana,
ricopriva l’a carica di Assessore nella Giunta presieduta da Massimo Del Moro.
Il Sindaco gli aveva affidato, due deleghe di peso: i Lavori Pubblici e
l’informatizzazione dell’ente.
Chi scrive, fresco
vincitore di concorso, svolgeva il primo incarico lavorativo come funzionario
della Segreteria.
Non so se la generazione
dei millenial ha avuto il tempo di conoscere la “carta carbone” e il “bianchetto”.
In quegli anni, le deliberazioni comunali venivano redatte con la macchina da
scrivere e duplicate tramite carta copiativa. Gli inevitabili errori di
battitura venivano eliminati con un liquido bianco che permetteva la
sovrascrittura della lettera corretta.
Iniziavano, tuttavia, a
circolare i primi computer; gli enti pubblici di maggiore dimensione stavano
muovendo i primi timidi passi verso la rivoluzione informatica.
Augusto, forte
dell’esperienza professionale vissuta nella Cassa di Risparmio, volle
affrontare la sfida dell’innovazione all’interno della struttura municipale,
anticipando molte altre realtà della Vallesina.
Proprio in quella
situazione ebbi modo di apprezzare la qualità migliore, a mio avviso, di
Augusto: la tenacia. Raramente, in oltre 30 anni di attività lavorativa, ho
conosciuto Amministratori pubblici dotati, in egual misura, di fermezza di
propositi e perseveranza di azione.
Una volta definito un
obiettivo, Abbatelli puntava diritto alla sua realizzazione, senza
tentennamenti e scoraggiamenti.
In modo metodico, avviò
una consultazione delle principali ditte del settore informatico, mettendo a
confronto una pluralità di soluzioni. Non poteva accontentarsi di prodotti
standardizzati: cercava una risposta personalizzata alle specifiche esigenze di
Cupramontana.
Grazie alla sua spinta,
il Comune riuscì a dotarsi, in pochi mesi, di un apparato informatico
all’avanguardia. Bianchetto e carta carbone finirono riposti, per sempre,
nell’armadio dei reperti burocratici.
Ma, certamente, l’ambito
operativo al quale Augusto si dedicò con maggiore passione fu quello dei lavori
pubblici. La Giunta aveva stabilito di realizzare alcune opere di importanza
prioritaria: in particolare, la costruzione di una palestra polivalente e
l’ammodernamento dell’impianto di illuminazione pubblica (risalente
all’anteguerra).
Il bilancio del Comune non
avrebbe mai potuto sopportare tali investimenti, se non attraverso l’accensione
di mutui. All’epoca era obbligatorio rivolgersi alla Cassa Depositi e Prestiti,
accettando il rischio della competizione con centinaia di altri Comuni,
anch’essi interessati a reperire fondi per finanziare propri progetti.
Ovviamente, il budget che
la Cassa poteva distribuire era di gran lunga inferiore rispetto alla
sommatoria delle richieste dei Comuni.
Per potersi “conquistare”
un mutuo, era, dunque, fondamentale presentare una documentazione
amministrativa impeccabile. Bisognava, infatti, superare le “forche caudine” di
una istruttoria molto rigorosa.
La semplice assenza di
una firma, l’imprecisione su un dato numerico o la carenza di una dichiarazione
poteva compromettere il buon esito della procedura, impedendo la realizzazione
di lavori pubblici per i quali le comunità civiche nutrivano aspettative.
In un tempo nel quale
internet era sconosciuto, diventava indispensabile seguire “passo passo”
l’istruttoria delle pratiche in corso. Bisognava, allora, utilizzare il
telefono (molto spesso con scarsi risultati, per la difficoltà di trovare il
giusto interlocutore) o, meglio ancora, recarsi direttamente a Roma, presso la
sede della Cassa Depositi e Prestiti, in via Goito.
Non so dire il numero di
viaggi in auto sul percorso “Cupramontana-Roma”, fatti insieme per monitorare
costantemente lo stato di avanzamento delle istanze di mutuo: dal momento della
presentazione al protocollo fino all’approvazione da parte del Consiglio di
Amministrazione.
Abbatelli era formidabile
nel tenere sotto controllo le molteplici fasi procedurali dei dossier
riguardanti la Città del Verdicchio. In tal modo era possibile intervenire
tempestivamente, qualora si fosse reso necessario integrare la documentazione o
fornire chiarimenti.
Grazie alla sua tenacia
perseverante, unita a quella del Sindaco Del Moro, le richieste di
finanziamento furono integralmente accettate. Le opere pubbliche vennero
realizzate nel rispetto del cronoprogramma e, ancora oggi, sono a servizio
della cittadinanza.
Quando tanti anni dopo, nel
2005, si apprese la notizia della designazione del diacono Augusto Abbatelli all’incarico
di Economo diocesano, alcuni rimasero sorpresi. Tra me e me pensai: “Anche
questa volta, Padre Oscar ha fatto la scelta azzeccata!”
Ciao Augusto,
Cupramontana ti è debitrice.
Mauro Torelli