venerdì 10 aprile 2020

In ricordo di Augusto


Voce della Vallesina, 5 aprile 2020



Molti, in questi giorni, hanno giustamente reso omaggio ad Augusto Abbatelli, ricordandone il ministero di diacono e l’impegno profuso per 15 anni nella gestione dell’economato diocesano.
Vorrei, da parte mia, accendere una piccola luce sulla sua attività di Amministratore comunale, a servizio dell’amatissima Cupramontana, nel periodo a cavallo tra gli anni ’80 e ’90.

Ho conosciuto Abbatelli nel 1989, all’epoca in cui, in rappresentanza della Democrazia Cristiana, ricopriva l’a carica di Assessore nella Giunta presieduta da Massimo Del Moro. Il Sindaco gli aveva affidato, due deleghe di peso: i Lavori Pubblici e l’informatizzazione dell’ente.

Chi scrive, fresco vincitore di concorso, svolgeva il primo incarico lavorativo come funzionario della Segreteria.
Non so se la generazione dei millenial ha avuto il tempo di conoscere la “carta carbone” e il “bianchetto”. In quegli anni, le deliberazioni comunali venivano redatte con la macchina da scrivere e duplicate tramite carta copiativa. Gli inevitabili errori di battitura venivano eliminati con un liquido bianco che permetteva la sovrascrittura della lettera corretta.
Iniziavano, tuttavia, a circolare i primi computer; gli enti pubblici di maggiore dimensione stavano muovendo i primi timidi passi verso la rivoluzione informatica.

Augusto, forte dell’esperienza professionale vissuta nella Cassa di Risparmio, volle affrontare la sfida dell’innovazione all’interno della struttura municipale, anticipando molte altre realtà della Vallesina.
Proprio in quella situazione ebbi modo di apprezzare la qualità migliore, a mio avviso, di Augusto: la tenacia. Raramente, in oltre 30 anni di attività lavorativa, ho conosciuto Amministratori pubblici dotati, in egual misura, di fermezza di propositi e perseveranza di azione.
Una volta definito un obiettivo, Abbatelli puntava diritto alla sua realizzazione, senza tentennamenti e scoraggiamenti.
In modo metodico, avviò una consultazione delle principali ditte del settore informatico, mettendo a confronto una pluralità di soluzioni. Non poteva accontentarsi di prodotti standardizzati: cercava una risposta personalizzata alle specifiche esigenze di Cupramontana.
Grazie alla sua spinta, il Comune riuscì a dotarsi, in pochi mesi, di un apparato informatico all’avanguardia. Bianchetto e carta carbone finirono riposti, per sempre, nell’armadio dei reperti burocratici.

Ma, certamente, l’ambito operativo al quale Augusto si dedicò con maggiore passione fu quello dei lavori pubblici. La Giunta aveva stabilito di realizzare alcune opere di importanza prioritaria: in particolare, la costruzione di una palestra polivalente e l’ammodernamento dell’impianto di illuminazione pubblica (risalente all’anteguerra).
Il bilancio del Comune non avrebbe mai potuto sopportare tali investimenti, se non attraverso l’accensione di mutui. All’epoca era obbligatorio rivolgersi alla Cassa Depositi e Prestiti, accettando il rischio della competizione con centinaia di altri Comuni, anch’essi interessati a reperire fondi per finanziare propri progetti.

Ovviamente, il budget che la Cassa poteva distribuire era di gran lunga inferiore rispetto alla sommatoria delle richieste dei Comuni.
Per potersi “conquistare” un mutuo, era, dunque, fondamentale presentare una documentazione amministrativa impeccabile. Bisognava, infatti, superare le “forche caudine” di una istruttoria molto rigorosa.
La semplice assenza di una firma, l’imprecisione su un dato numerico o la carenza di una dichiarazione poteva compromettere il buon esito della procedura, impedendo la realizzazione di lavori pubblici per i quali le comunità civiche nutrivano aspettative.

In un tempo nel quale internet era sconosciuto, diventava indispensabile seguire “passo passo” l’istruttoria delle pratiche in corso. Bisognava, allora, utilizzare il telefono (molto spesso con scarsi risultati, per la difficoltà di trovare il giusto interlocutore) o, meglio ancora, recarsi direttamente a Roma, presso la sede della Cassa Depositi e Prestiti, in via Goito.
Non so dire il numero di viaggi in auto sul percorso “Cupramontana-Roma”, fatti insieme per monitorare costantemente lo stato di avanzamento delle istanze di mutuo: dal momento della presentazione al protocollo fino all’approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione.

Abbatelli era formidabile nel tenere sotto controllo le molteplici fasi procedurali dei dossier riguardanti la Città del Verdicchio. In tal modo era possibile intervenire tempestivamente, qualora si fosse reso necessario integrare la documentazione o fornire chiarimenti.
Grazie alla sua tenacia perseverante, unita a quella del Sindaco Del Moro, le richieste di finanziamento furono integralmente accettate. Le opere pubbliche vennero realizzate nel rispetto del cronoprogramma e, ancora oggi, sono a servizio della cittadinanza.

Quando tanti anni dopo, nel 2005, si apprese la notizia della designazione del diacono Augusto Abbatelli all’incarico di Economo diocesano, alcuni rimasero sorpresi. Tra me e me pensai: “Anche questa volta, Padre Oscar ha fatto la scelta azzeccata!”
Ciao Augusto, Cupramontana ti è debitrice.

                                                                                                                          Mauro Torelli


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