martedì 1 ottobre 2013

San Francesco al Monte


"I proficui rapporti intercorsi con Giacomo della Marca e Marco da Montegallo, indussero il Comune a formalizzare un invito ufficiale ai Minori dell’Osservanza, affinché potesse essere costituito un convento a Jesi

Con una prima proposta, risalente al 1450, il Comune offriva all’Osservanza la disponibilità della Chiesa di San Marco. Tale soluzione, tuttavia, si rivelò non percorribile a causa della ferma opposizione dei Conventuali.

Ulteriori difficoltà emersero nel 1469 e nel 1471, a fronte di altri inviti.
Finalmente, nel 1486, gli Osservanti accettarono di realizzare un insediamento a Jesi, ma solo dopo ulteriori cinque anni di trattative, nel 1491, iniziarono i lavori di costruzione di un nuovo convento con annessa chiesa intitolata a S. Francesco al Monte, nella zona nord della città.

L’edificio di culto - oggi non più esistente per le sciagurate motivazioni che avremo modo di approfondire in seguito -  sarà destinato ad ospitare opere di straordinario rilievo artistico tra le quali la celebre Madonna delle Rose (1526-27 c.) di Lorenzo Lotto e diversi capolavori di impronta francescana opera di Pietro Paolo Agabiti (San Francesco, tra S. Antonio e S. Bernardino, un Presepe in terracotta policroma invetriata).

Nell’altare maggiore della chiesa era allocato un altro dipinto di Agabiti (Madonna in trono con il bambino, San Giovanni Battista e S. Antonio da Padova, 1540 c.) di enorme interesse anche per il fatto di contenere l’illustrazione del paesaggio jesino dell’epoca: sulla destra sono, infatti, disegnate San Marco - chiesa madre dei francescani della Vallesina - con a fianco un campanile (oggi assente) e, probabilmente, la stessa S. Francesco al Monte.

La nobile famiglia jesina dei Colocci fu particolarmente legata alla chiesa, tanto da patrocinarvi una Cappella gentilizia dedicata al SS. Crocifisso, nel cui interno fu eretto un monumento funebre in memoria del consanguineo Giovanni Benedetto, religioso di straordinaria cultura morto d’asma a Roma nel 1695.

Diversi furono i membri della casata che vestirono il saio francescano: nel 1830 sarà Annibale Colocci a rinunciare ai diritti di primogenitura per entrare nel convento jesino dell’Osservanza con il nome di Padre Giuseppe.

Risale proprio all’800 un acquerello del Marchese Adriano Colocci raffigurante la Chiesa di S. Francesco al Monte, rappresentata in una conformazione architettonica non dissimile rispetto ad un rarissimo reperto fotografico di scarsa nitidezza, comunque di poco antecedente la  demolizione."
 dal libro: "800 anni, ma non li dimostra!" (seconda edizione, 2010)

Nessun commento:

Posta un commento